di ANTONIO RIPA –
Sempre caro le parve il capocollo,
a questa sedia una parca parte
dall’ultima porzione il lardo esclude.
Ma sedendo e mirando lei trepidante
sazia di quelle carni
silente son ed inquieto
ed il languor di dentro mi spaura.
Odo lei deglutir parti di piante
e di manzo una fettina della noce
e mi sovvien l’eterna fame,
una quattro stagioni
e lei presente e viva
ed io con l’acquolina infinita:
e il naufragar m’è atroce
in questo mare.
A casa mia si mangia all’infinito, bene bene.