di ANTONIO RIPA –
Bevi amico mio,
un sorso ancora,
sperimenta il pericolo
della felicità,
il dissidio che procura
l’ebbrezza del piacere
del profumo rosso vivo
che ti ammalia
tra le braccia del bicchiere.
Con volo insistito
cerca di suggere
gli esosi e i pentosi
che ingordano i tuoi giorni
al bordo della trappola
che si tende a filo del vino.
Dittero caparbio,
non puoi contrastare
il soverchio che ti instilla
l’istinto a cercare la fine
e in uno
a fuggirla.
L’azzardo ti rinfresca,
aizza la tua bramosia
in questo gioco per la vita
che mira soltanto a consumarla,
tutta,
tutta fino all’estremo,
fino al fondo del boccale.
È tutto qui il successo:
tracannare il tempo
senza sprecarne una goccia.
Moscerini schienati,
mostriamo alla fine
la nostra pancia nera,
il vessillo di gloria,
e di resa,
alla nostra breve storia.