di GIUSEPPE DE LEVA – (a cura di Piero Tafuro) –

Mi chiamo Giuseppe De Leva, ho 56 anni e sono nato a San Pancrazio Salentino.

La mia formazione professionale è iniziata già durante il periodo dei miei studi in una azienda locale di rettifiche motori dove ho poi lavorato per circa 22 anni. I primi due anni andavo a scuola di mattina e lavoravo di pomeriggio fino a sera.

La ragione primaria per cui ho deciso di partire è stata la necessità di cambiare tipologia di lavoro. Questo forte desiderio di cambiamento mi ha portato negli ultimi quattro anni vissuti a San Pancrazio a imparare, da autodidatta, l’utilizzo di programmi di disegno meccanico spinto anche dalla mia grande passione per i motori. In una delle tante notti dedicate allo studio di tali programmi ho realizzato che questo mio interesse poteva diventare un potenziale lavoro.

Ho cominciato quindi una piccola collaborazione con un’azienda locale come secondo lavoro. Attualmente sono un progettista meccanico e svolgo il mio lavoro con vera passione in un’azienda di Buccinasco vicino Milano.

 Ricordo il viaggio di partenza come se fosse ieri. Ero travolto da mille emozioni, paure e preoccupazioni. Mi rendevo conto che stavo per prendere una decisione che avrebbe cambiato definitivamente la mia vita. Pensavo al mio passato, agli amici di sempre che non avrei potuto frequentare e non in ultimo alla mia famiglia. Avevo messo in preventivo che un giorno avrei potuto pentirmi di tale decisione ma ero determinato e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea.

Ovviamente all’inizio della mia nuova esperienza da “fuori sede” ero un po’ disorientato ma molto determinato, ma non mi sono mai perso d’animo, anzi, ero sempre più convinto e fortemente stimolato a perseguire il mio obiettivo.

Le mie solide motivazioni mi hanno aiutato a capire che tornare a lavorare nel mio paese a significava sacrificare dei diritti e scendere a dei compromessi. L’avevo fatto per troppi anni e non ero più disposto ad andare avanti. Era giunto il momento di cambiare, non solo lavoro ma anche realtà. Ho quindi percorso una strada tutta in salita, non senza sacrifici e a oggi sono sempre più convinto della mia scelta. Non avrei mai immaginato di trovarmi così bene in così breve tempo. Sicuramente mi ha aiutato molto il fatto di non essere stato da solo: mia moglie – ai tempi la mia ragazza – ha sempre avuto ruolo determinante.

Sicuramente, quella di partire, non è una scelta facile, occorre tanta determinazione e tanto coraggio. Non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto nei momenti difficili, soprattutto i primi periodi quando la tentazione di tornare è molto forte in quanto ti confronti con uno stile di vita completamente diverso. È molto importante la capacità di integrarsi e non isolarsi. Io, per esempio, sono riuscito a integrarmi perfettamente anche grazie alla mia grande passione per la pittura. Dipingere mi permette di esprimere emozioni, stati d’animo, sentimenti, situazioni vissute e talvolta immaginarie. Questa passione ha radici molto lontane: da piccolo mi piaceva molto osservare un noto pittore di San Pancrazio, Tonio Tedesco, e mi ero ripromesso un giorno di provarci. Ho sempre coltivato questo sogno che per molti anni è rimasto lì nel cassetto per svariate ragioni. Finalmente nel 2017 il giorno del mio compleanno, mia moglie, insieme alle mie bambine, mi ha regalato tutto l’occorrente per dipingere e ho deciso di iscrivermi a un corso di pittura presso un’associazione locale. Da quel momento a oggi non ho più smesso. Ho iniziato a dipingere a olio su tela ma con l’avvento della pandemia non potendo frequentare più il laboratorio artistico, ho riscoperto la matita e il carboncino e mi diletto a fare prevalentemente ritratti.

Sembrerà banale o scontato, ma ora mi mancano solo i familiari, gli amici che non ho mai dimenticato, il mare e in generale il calore della mia gente.  Ho sempre amato la mia bellissima terra, sono molto orgoglioso di essere pugliese salentino e le mie radici sono e saranno sempre pugliesi. L’esperienza da fuorisede però mi ha dato sicuramente la possibilità di crescere professionalmente e di maturare come uomo. Ho acquisito più sicurezza nell’affrontare i cambiamenti che la vita mi ha riservato. Nel frattempo, mi sono realizzato personalmente perché sono diventato marito e padre di due splendide bambine. Mi piacerebbe prima o poi tornare in Puglia, ma per il momento non è nei miei progetti. Voglio stare vicino alla mia famiglia.