immagini tratte dal web –
di CHIARA CHIEGO –
Le boe bianche galleggiano placide sulle acque cristalline, increspate lievemente dalle onde gentili: a una settantina di metri dalla costa di San Pietro in Bevagna (marina di Manduria), e ad una profondità tra i 3 ed i 6 metri, per chi fa delle immersioni una vera passione, è possibile osservare uno dei siti archeologici più importanti del mar Mediterraneo: le “Vasche del Re”.
Un cartello a sei metri di profondità, chiarisce la natura del giacimento archeologico sottomarino: 23 sarcofagi di marmo greco, risalenti al III secolo d. C. sono il prezioso carico sommerso dopo il naufragio di una nave romana proveniente dal Mediterraneo dell’est. Probabilmente destinati alle sepolture dei ricchi dell’antica Roma, la nave che li trasportava si è inabissata all’altezza della foce del fiume Chidro dove all’epoca, esisteva un porto romano.
Il fondale molto sabbioso, spesso ricopre le vasche con i suoi detriti, e sta alle mareggiate mostrare o nascondere questi antichi tesori. Nei giorni di bel tempo, quando l’acqua del mare è trasparente e luminosa, è possibile cogliere la loro sagoma anche senza immergersi.
Conosciuto sin dagli anni ’30 del Novecento ed esplorato a partire dagli anni Sessanta, il sito si estende su un’area di circa 148 mq. Il peso delle grandi vasche di marmo varia tra una e sei tonnellate. In seguito agli studi eseguiti dall’Istituto Centrale del Restauro nel 2009, il sito è stato inserito in un percorso di visite subacquee, attrezzate con indicazioni e cartelli.
Altri studi successivi hanno inoltre riconosciuto il marmo come bianco dolomitico, proveniente dalla zona dell’isola di Taso, nella parte nord del Mar Egeo. Le vasche appaiono sbozzate, non completamente rifinite, ed alcune vasche più piccole risultano inserite in quelle più grandi per facilitarne il trasporto. Purtroppo ad oggi non rimangono tracce dello scafo in legno del relitto, ma dalla grandezza dei reperti, si può ipotizzare che arrivasse a 22 metri.
Oltre alla grande biodiversità marina, la possibilità di ammirare una serie di reperti così antichi, è sicuramente un motivo in più per andare alla scoperta del mar Ionio, delle sue dune e del suo passato.