di GIOVANNA CIRACì –
C’è chi dice che si chiami così perché il colore del suo guscio ricorda l’abito dei monaci, c’è chi invece afferma che il suo nome derivi dalla “panna”, la patina bianca che ricopre l’entrata dello stesso guscio, simile al velo delle monache. È la “municeddha”, la lumaca che invade le campagne salentine, dove sbuca in particolare dopo una pioggia torrenziale, e di cui la gente locale va a caccia per farla diventare un piatto prelibato.
Tanto succulenta che alla municeddha è addirittura dedicata una famosa sagra che si svolge ogni anno dal 10 al 13 agosto a Cannole, in provincia di Lecce. Non un semplice evento, ma un vero e proprio rito di comunità, organizzato con passione e dedizione, grazie soprattutto all’enorme lavoro svolto da centinaia di volontari della Pro Loco Cerceto.
Una vera e propria festa popolare autentica, le cui origini risalgono a secoli fa, quando durante la processione dei patroni scoppiò un forte temporale che costrinse i fedeli a ripararsi in luoghi chiusi. Una volta tornato il bel tempo, questi, invece di riprendere la processione, vista la gran quantità di lumache venute fuori, decisero di raccoglierle per mangiarle. È per questo motivo che i cannolesi vengono chiamati “cuzzari”.
Una tradizione in cui tuttora la fede e il folklore continuano a mescolarsi. Come ci raccontano i volontari della Pro Loco Cerceto, nel 2007 un violento acquazzone si abbatté nei giorni della sagra in quella zona del Salento, danneggiando i campi e i paesi limitrofi a Cannole, la quale fu l’unica cittadina a rimanere indenne dal maltempo, e potette continuare a festeggiare con le sue municeddhe. Da allora, una volta terminati i quattro giorni di sagra, ogni anno i cannolesi celebrano una messa per ringraziare la Madonna di Costantinopoli, a lei già particolarmente devoti per averli salvati in passato dall’invasione turca, per aver protetto ancora una volta il loro momento di convivialità.
E sono già pronti per questa edizione 25 quintali di lumache da preparare arrostite, cotte nel sugo o soffritte ”alla cannolese” con alloro e peperoncino, e poi essere servite ai migliaia di partecipanti all’evento che si articola per tutto il centro storico del paese. Oltre alla lumache è possibile assaggiare altre pietanze tipiche, come i peperoni “a salsa”’, le “pittule”, le polpette fritte, il pane di grano con alici e ricotta forte, fino ai dolci di pasta di mandorla e allo spumone, il “gelato della festa” nel Salento. Non mancano neanche i pezzetti di di cavallo al sugo, preparati con carne macellata direttamente dagli organizzatori secondo la tradizione. I piatti possono essere ritirati direttamente dagli stand per poi essere gustati passeggiando per l’Area Festa o seduti alle panche e tavoli, oppure, molto più comodamente, si può decidere di cenare nell’apposita Area Ristorante, serviti da un esercito di ragazzi e ragazzini volontari.
“Siamo orgogliosi di essere riusciti, dopo due anni di assenza, a fa ritornare la Festa della Municeddha – afferma il presidente della Pro Loco Cerceto, Oronzo Piccinno – Abbiamo fatto l’impossibile, tra mille difficoltà, anche economiche, ma siamo qui per una nuova edizione che vuole essere un abbraccio a tutti coloro che in questi anni hanno continuato a chiedere a gran voce il ritorno della Festa. Per questa edizione, abbiamo anche voluto rappresentare il nostro legame con il territorio, realizzando una luminaria in onore della municeddha grazie alla collaborazione con De Cagna.” Previsti, infine, anche coinvolgenti momenti musicali a cura di noti artisti salentini.
E allora, prendete il vostro piatto, le municeddhe vi aspettano.
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