di ANTONIO RIPA –

Voglio parlare dei vivi sul lavoro.
Voglio parlare dei treni pendolari colmi
alle quattro del mattino
e alle dieci di sera.
Voglio parlare dei dormitori in fabbrica,
delle dita dei bambini che confezionano palloni,
dei tre euro ogni consegna in bici.
Voglio parlare dei tre mesi e poi vediamo,
delle latrine a fianco ai materassi messi per terra,
dei ringrazia il cielo,
della laurea carta straccia.
Voglio parlare delle microimprese soffocate dal subappalto del subappalto del subappalto,
delle vetrine polverose dei negozi chiusi con la scritta affittasi a causa
delle vendite dei colossi esentasse.
Voglio parlare degli agricoltori in balia delle multinazionali.
Voglio parlare di chi vive di lavoro, di chi sopravvive di lavoro, di chi lavora per restare povero, di chi, nonostante ogni sforzo, non è riuscito a legare insieme lavoro e dignità.