di GIOVANNA CIRACì –
In una data imprecisata del XIII secolo, in quella che poi sarebbe diventata la provincia brindisina, uomini presi dalla fatica cercavano di erigere le mura di un piccolo paese a cui sarebbe stato dato il nome di Oria. Ma la terra scelta per questa costruzione sembrava non essere adatta al progetto urbano di quella comunità. Ogni volta che si tentava di porre su pietra su pietra, ciò che faticosamente si riusciva a mettere insieme inevitabilmente crollava davanti allo sguardo perplesso e attonito dei costruttori. Quel suolo non ne voleva proprio sapere di tenere dritte quelle pareti che avrebbero poi protetto le abitazioni.
Senza perdersi d’animo, la gente del posto pensò che ci fosse solo una cosa da fare: rivolgersi a un oracolo per trovare una soluzione a quel grosso inconveniente. La maga interpellata fu chiara: per risolvere il problema bisognava sacrificare agli dèi il sangue di una fanciulla vergine. Immediatamente il popolo andò alla ricerca della ragazza adatta al sacrificio. Mentre molte delle giovani appetibili riuscirono a mettersi in salvo, grazie anche all’aiuto delle loro famiglie, solo una di loro non riuscì a scampare al pericolo, ignara di quello che stava accadendo e soprattutto dello scopo di quegli uomini che alla sua vista non ci pensarono due volte a catturarla. Tutto si compì subito e in poco tempo, la vergine fu uccisa e sepolta lì dove quelle mura non riuscivano a crescere. La malcapitata era figlia di una donna molto povera, che tornata a casa e trovandola vuota, si mise immediatamente alla ricerca della giovane. Quando seppe cosa era successo, dalla sua bocca uscirono parole d’odio: “Così come oggi fuma il mio cuore per il dolore possa Oria fumare per sempre”. Nonostante il fatto tragico, finalmente quelle mura tanto desiderate furono erette senza difficoltà.
A distanza di secoli, però, la maledizione della donna sembra aver preso corpo. Di sera, molto spesso, si vede Oria, eretta su un’altura, avvolta da una nube persistente. Una nebbia ben visibile dalla vicina e pianeggiante Francavilla Fontana. Da qui il detto “Oria fuma e Francavilla guarda”. Ma c’è un altra frase che riassume la leggenda della vergine sacrificata e che soprattutto le vecchie generazioni ricordano: “A Oria fumosa cittera nna carosa, pi quantu era piccinna, ca si la mintera a mposcia” (A Oria uccisero una ragazzina, per quanto era piccola se la misero in tasca). Storie di un tempo, ma sempre attuali.