di ELEONORA CANTONE –

Sono nata in Puglia, a Francavilla Fontana, ma mi sono trasferita con la mia famiglia a Torino quando ne avevo 17. Sono andata via dall’Italia a 21 anni. Nella mia vita c’è sempre stata la danza. Ho iniziato a studiarla all’età di 3 anni e mezzo, spaziando tra vari generi, e non l’ho mai mollata, neanche quando mi sono ritrovata a vivere nel capoluogo piemontese.

 A Torino non mi trovavo bene, la città mi pareva grigia e inospitale, e così mi sono iscritta a un’agenzia di animazione turistica con la quale ho fatto un paio di casting che sono andati bene. Sono entrata quindi nel corpo di ballo che veniva impiegato nelle stagioni turistiche. Per un paio di anni anni ho girato diversi paesi, il primo dei quali è stato l’Egitto. Il coraggio non mi è mai mancato e quando ho avuto la possibilità di andare a lavorare all’estero, non ci ho messo molto ad accettare la proposta. In Egitto sono stata 7 mesi, poi da lì sono stata mandata in Spagna, girando le isole Canarie, tra Tenerife e Fuerteventura. Mi sono innamorata subito di quei luoghi, dove ho cominciato a collaborare con un’agenzia di animazione spagnola che mi offriva condizioni lavorative migliori rispetto a quella italiana. Per me vivere all’estero è stata un’esperienza fantastica, mi ha aperto la mente, mi ha fatto venire voglia di viaggiare e scoprire, e in tutte le occasioni che mi si sono presentate, non ho mai avuto tentennamenti nel decidere, ero molto motivata.

Non dimenticherò mai il giorno in cui ero in aeroporto, con la valigia pronta per ritornare in Italia dopo aver terminato il mio periodo lavorativo in Spagna. Prima di salire sull’aereo, ho sentito che dovevo rimanere lì e perciò ho preso e non sono più partita. Dopo solo una settimana dal mio ripensamento, ho ripreso a lavorare per le agenzie di animazioni spagnole. Raramente ho avuto nostalgia di casa, ormai mi ero molto ambientata in quei luoghi che ritenevo fantastici e soprattutto calorosi. Con il passare del tempo però, complice il fatto che i ritmi lavorativi mi stancavano parecchio, mi è tornata la voglia di riprendere a studiare danza. Potevo decidere tra Madrid e Barcellona, ma ho scelto Barcellona dove sono rimasta ben 8 anni. Mi sono trovata un lavoretto in un ristorante per mantenermi, ma contemporaneamente mi sono iscritta presso un’Accademia per studiare danza moderna a livello professionale. È in questo periodo che ho scoperto l’Heels, che si basa sull’uso di scarpe con tacchi a spillo che vanno dai 7 ai 12 centimetri. Ho deciso di iscrivermi al corso specifico e dalla prima lezione sono rimasta affascinata da questo ballo, tanto da mollare il moderno e dedicarmi solo a esso, formandomi con varie docenti.

Nell’Heels ci sono delle basi moderne che si incrociano con quelle urbane, è nata negli anni 60, ma la vera diffusione è avvenuta nei 2000, con le star, come Beyoncé, Madonna, Britney Spears, che cantavano e ballavano sui tacchi. È una disciplina che sviluppa la sicurezza e l’eleganza nella persona, in quanto implica il mettersi alla prova e ciò rende più sicuri di sé. Solitamente si usa una sorta di stivaletto con la punta da cui esce l’alluce, che stringe completamente la caviglia. È un ballo adatto tutti, anche a chi non hai mai danzato, e alle mie ragazze consiglio sempre di iniziare dal livello più basso, concentrandosi su portamento ed equilibrio, per poi arrivare ai passi veri e propri, che includono movimenti sul pavimento (floorwork) e con i capelli e il collo (hairflip).

Dopo aver studiato duramente per diversi anni, sono diventata insegnante proprio nell’Accademia spagnola dove mi sono formata. Anche in questo caso non mi è mancato il coraggio, quando ho scoperto che c’era questa opportunità professionale mi sono lanciata ed è andata bene.

Poi però, ancora una volta, ho sentito la necessità di un cambiamento e quindi sono rientrata in Italia. Da circa 4 mesi, mi divido tra Lecce e Francavilla Fontana e in poco tempo sono riuscita a farmi conoscere e collaboro già con qualche scuola di danza.  Qui l’Heels è poco praticata, sono tra le pochissime a insegnare questa disciplina. È difficile, ma mi sto impegnando per ricostruire la mia quotidianità. Nel mio paese d’origine ho ritrovato la mia prima maestra, con la quale ho sempre avuto un rapporto speciale, tanto che mi ha proposto di tenere uno stage una volta al mese nella sua scuola.

Il mio scopo è quello di far conoscere ancora di più il bello e la particolarità dell’Heels, trasmettendo il mio bagaglio di esperienze alle mie allieve. Di progetti ne ho davvero tanti, di certo innovativi e inediti rispetto a quelli che ora vengono offerti qui al Sud. Il mio desiderio è quello di aprire una mia scuola, senza tralasciare però lo studio, perché non mi bisogna mai smettere di formarsi.

A chi ha voglia di partire verso un paese straniero o ritornare nella propria terra di origine, consiglio di non avere paura, di non farsi travolgere dalle insicurezze, di ascoltarsi, di sentirsi liberi di fare ciò che si vuole. Viaggiare è la cosa più bella che possa esistere. Lanciatevi, guardatevi intorno, il mondo è così bello e grande, la vita è una e ne vale la pena.