di FABIOLA ASTORE –
Raccontare l’orrore della Shoah ai più giovani è una sfida immensa. Come si può trasmettere la memoria di una tragedia senza tempo, preservando il dolore della storia ma anche la speranza e la forza che essa può generare?
Sofia Schito, scrittrice salentina, è riuscita a trovare la chiave con opere che emozionano e insegnano, rivolgendosi ai ragazzi con un linguaggio che unisce profondità e delicatezza.
Tra le sue opere, “La B capovolta” occupa un posto speciale. Il romanzo, edito da Visione Scuola, narra la vicenda di un bambino ebreo deportato ad Auschwitz, incrociando il cammino di Primo Levi. Schito conduce piccoli e grandi lettori tra le pieghe più oscure della storia, mostrando attraverso gli occhi del giovane protagonista non solo il terrore, ma anche la resilienza di chi, persino di fronte all’inimmaginabile, riesce a trovare una scintilla di umanità.
In un contesto come quello della Shoah di cui commemoriamo le vittime ogni anno il 27 gennaio – Giorno della Memoria – Sofia Schito non si limita a raccontare il dolore: invita a riflettere, a comprendere e, soprattutto, a non dimenticare. Questa capacità è evidente anche in “PATAPUM. Un sorriso nel buio della Shoah”, un omaggio al celebre mimo Marcel Marceau. L’artista, che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò la vita di centinaia di bambini ebrei, diventa nelle mani di Schito una figura che ispira e commuove. Con ironia e dolcezza, l’autrice ci parla della forza del sorriso, della necessità di coltivare la speranza anche nei momenti più bui.
Il merito di Sofia non è solo quello di raccontare. È nel come racconta che risiede la sua magia; riesce a parlare direttamente al cuore dei giovani, traducendo le complessità storiche in emozioni universali che toccano tutti: la paura, il coraggio, la perdita, la speranza.
Le sue opere ci ricordano quanto sia importante preservare la memoria. Non si tratta solo di raccontare una storia: è un atto di responsabilità verso il passato e di amore verso il futuro. E nelle mani di un’autrice così sensibile e ispirata, la Shoah diventa un racconto che educa e, soprattutto, che costruisce un ponte di speranza per le nuove generazioni.
Se c’è un messaggio che emerge dalle sue pagine, è che persino nei momenti più bui della storia possiamo trovare la luce di chi ha scelto di resistere, sorridere e salvare. Ed è con questo spirito che Sofia Schito invita i suoi lettori, giovani e meno giovani, a camminare lungo quel ponte, tenendo viva la memoria per costruire un domani migliore.

