di GIOVANNA CIRACì –

È il 1148. Ugo di Lusignano, crociato di ritorno dalla Palestina, sbarca a Gallipoli, dove cerca di rifocillarsi dalle fatiche della guerra prima di riprendere il cammino verso la sua terra d’origine, la Francia. Si imbatte in un bosco, che molti secoli dopo diventerà il Parco Naturale Regionale “Isola di Sant’Andrea e di Punta Pizzo”, nel quale, tra gli arbusti, scorge una piccola chiesetta, dedicata a San Pietro dei Samari. Il santo si sarebbe soffermato in quel luogo arrivando dalla Samaria e dirigendosi verso Roma. Per ricordare il suo passaggio, probabilmente alcuni monaci basiliani avrebbero eretto questo tempio di fede, oppure, come altri documenti storici affermano, è stato fatto costruire dai Normanni. Il condottiero ne rimane talmente affascinato che decide di costruirci una chiesa più grande, che manterrà la stessa denominazione.

Pietra su pietra l’edificio sacro prende forma, fino alle sue due cupole che seguono lo stile bizantino.Con il passare del tempo, nel XIX, la struttura viene allargata con altri spazi adibiti come abitazione per il sacerdote che governa la chiesa. Sull’ingresso viene anche aggiunta una scritta in latino che spiega le origini della stessa chiesa: “Hugo Lusignanus Crucesignatorum Dux E Palestina Redux Templum Hoc Ubi Divus Petrus E Samaria Ad Haec Litora Appulsus Pressit Vestigia Eidem Apostolorum Principi Sacrum A Fundamentis Excitatum Erexit”.  Per molto tempo, fino al 1860, questo luogo di fede accoglie intorno a sé addirittura una fiera, che viene, poi, trasferita in una zona più centrale di Gallipoli. Ma, decennio dopo decennio, inizia a essere trascurato, fino all’abbandono totale. Le mura dell’intera costruzione, sotto il peso del tempo, iniziano a essere più fragili, alcuni pezzi delle pareti circostanti crollano, la chiesa perde il suo splendore. L’edificio rimane, comunque, unico nel suo genere perché non viene intaccato dall’arte barocca, che avrebbe nella storia locale trasformato quasi tutte delle costruzioni religiose del Salento, e le sue cupole in asse rimangono ancora ben visibili, nonostante la precarietà complessiva della struttura.

Un luogo che appare ormai dimenticato e lasciato in balia del tempo, se non fosse che alcuni volontari hanno preso a cuore le sorti di questa chiesetta ancora per molti versi preziosa, arrivando a fondare il Comitato “Amici del Parco Naturale Isola di Sant’Andrea – Litorale Punta Pizzo”. “È davvero un peccato – spiega Giuseppe Caggiula, uno dei componenti del comitato –che le condizioni di questa chiesa siano così precarie da non poter essere visitabile; questo suo status la rende un gioiello sconosciuto. Noi stiamo cercando di intervenire tramite il censimento dei Luoghi del Cuore del Fai con una petizione, per avere una parte dei fondi necessari per ristrutturarla. Lo scopo finale è quello di creare un vero e proprio itinerario turistico che coinvolga la Chiesa, il Parco immenso che la circonda (rivalutando così anche l’aspetto naturalistico), e l’Isola di Sant’Andrea, anch’essa poco accessibile in quanto area protetta. Ci troviamo, quindi, in una bellezza che, però, non può essere ammirata in tutto il suo splendore.”

La campagna avviata è già riuscita a raccogliere oltre 5.000 firme. Nella classifica generale la chiesetta di San Pietro dei Samari occupa, al momento, il secondo posto ed è, pertanto, candidata in Italia ad essere il Luogo del Cuore 2022, durante il censimento promosso dal Fondo Ambiente Italiano. L’obiettivo dei volontari del Comitato è creare le condizioni perché questo sito, attraverso un eccezionale risultato di comunità, possa tornare a risplendere come un tempo. Per poter votare, entro il 15 dicembre 2022, basta collegarsi al seguente link: https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-di-san-pietro-in-samaria?ldc.

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