di GIOVANNA CIRACì

“Regina Bianchi, lei è napoletana?” “Io sono napoletana di famiglia, di costume, di mentalità, di educazione, sentimento ma… sono nata a Lecce, città barocca, la Firenze delle Puglie.”

Così una delle attrici del Novecento più apprezzate del teatro napoletano raccontava le sue vere origini, in un’intervista televisiva del 1974.  E i suoi occhi, nel sottolineare dove fosse realmente nata, si illuminavano, affermando con grande orgoglio: “Sono nata in una città bellissima, che ho conosciuta veramente bene all’età di 18 anni perché sono cresciuta in giro per l’Italia, e l’ho trovata stupenda, davvero molto bella.”

È l’1 gennaio del 1921. La compagnia di Raffaele Merola e Bianca D’Antigny è a Lecce per il suo tour, dove si esibisce al Teatro Politeama Greco. Nell’intervallo tra il primo e il secondo spettacolo previsti per quel giorno di festa, Bianca dà alla luce una bambina: Regina. Crescendo in una famiglia di attori, il suo destino è segnato: lavorerà anche lei in teatro, facendo la sua prima comparsa alla tenera età di soli otto giorni. Come lei stessa spiega anche se non avrà modo di crescere a Lecce, poiché il lavoro della sua famiglia la porterà a spostarsi da una città all’altra, rimarrà sempre legata al capoluogo salentino, dove soggiornerà da ragazza, apprezzandolo in tutta la sua bellezza.

Il suo legame con la Puglia si rafforza calcando il palco dei maggiori teatri della regione, dal Petruzzelli di Bari all’Orfeo di Taranto. Il suo talento viene notato dai più grandi del teatro partenopeo, tra cui i fratelli De Filippo. Ed è proprio Eduardo a volerla per uno dei ruoli femminili più apprezzati di sempre: Filomena Marturano. Un personaggio che Regina, la quale aveva scelto “Bianchi” come cognome d’arte, saprà interpretare magistralmente, come tutti quelli che avevano a che fare con la maternità. L’attrice era stata costretta a stare lontana ben quattordici anni dalle scene per crescere le sue figlie nate dall’unione con Goffredo Alessandrini, e rivestire i panni di una madre che aveva sacrificato la sua maternità la emozionava.

Inoltre, l’artista temeva il confronto con Titina De Filippo, ma è questa stessa a rassicurarla scrivendole una lettera in cui dice:  “So che una mia parola può farvi bene, e non esito a dirla… So che siete preoccupata per il personaggio di Filumena che Eduardo intende assegnarvi. State tranquilla, amica mia: se Eduardo non avesse avuto fiducia nelle Vostre possibilità, non Vi avrebbe esposta ad un insuccesso! Studiate bene la parte, ascoltate religiosamente Eduardo, e vedrete che dopo lo sforzo c’è il successo! Un bacio affettuoso Titina..”

E così fu. La “Filumena Marturano”, dalle origini leccesi, rimane tuttora una delle migliori interpreti nella storia di questa opera teatrale senza tempo.