di CHIARA CHIEGO –

Il blu profondo del mare che scintilla sotto i raggi del sole, si increspa in morbide onde, sferzato dal vento di scirocco: è questo il paesaggio che da secoli Torre Colimena osserva silenziosamente dal suo posto di guardia. Adagiata tra scogli dorati e terra rossa, l’imponente struttura della torre di avvistamento antisaracena si erge come testimone delle antiche popolazioni locali. Alta circa quattordici metri, la sua struttura risulta simile a quella delle altre torri costiere di Torre Chianca o Torre Lapillo. A base quadrata, si eleva costruita con grandi blocchi di tufo dorato, in grado di proteggere dal vento in estate, e dal freddo in inverno. L’imponente scalinata a tre arcate è di un periodo successivo  – forse a sostituire un ponte levatoio – , ma conferisce alla torre una monumentalità non indifferente. In cima, beccatelli e caditoie pensili ne decorano il coronamento.

Ammirandolo da lontano, questo luogo emana quasi un fascino particolare: il suo mistero nasce già dall’etimologia del suo nome; sicuramente derivante dal greco, tra i significati più discussi spiccano quelli di “buoni porti”, “porto nascosto” o “zona non paludosa”, spesso riferiti alla torre in coppia con la Salina dei Monaci, attracco molto importante per marinai e pescatori. In altre fonti viene attribuito alla presenza di colonne romane sul posto, o a una corrispondenza nella letteratura spagnola con il nome di una eroina in voga durante il periodo di costruzione della struttura. La necessità di creare una torre per prevenire gli attacchi corsari, come raccontato da Girolamo Marciano nel 1855, sembra da attribuirsi ad un episodio avvenuto il 1° gennaio del 1547: un centinaio di corsari turchi sbarcarono sulla costa jonica dopo essere approdati con cinque galette nel porticciolo detto della “Colimena”. I pirati devastarono le campagne di San Pancrazio Salentino, depredando i raccolti, fino ad attaccare il Castello di Avetrana capeggiati da un locale convertitosi all’Islam, chiamato Chria. Ciò che sappiamo con sicurezza della costruzione della torre, è che faceva parte del progetto di protezione delle coste voluto da Carlo V, e che fu realizzata nel XVI secolo – il progetto era stato bandito nel 1568 – da Camillo Chiarello, maestro costruttore di origine leccese, che purtroppo morì prima di vedere la fine dei lavori conclusi poi dal fratello Donato.

La torre rimase abitata fino al XIX secolo, periodo nel quale questo tipo di fortificazioni perse il suo scopo di utilizzo principale; in seguito la zona divenne residenza estiva, con l’aggiunta di nuove stanze, e a partire dagli anni 60 del Novecento, grazie alla forte spinta all’ampliamento urbanistico, tutta la zona divenne meta prediletta di villeggiatura con la creazione di numerose case vacanza. Oggi infatti Torre Colimena è una nota località balneare del Comune di Manduria, in provincia di Taranto.

La zona è conosciuta soprattutto per la Riserva Naturale Regionale Orientata del Litorale Tarantino Orientale, che comprende luoghi estremamente affascinanti quali i boschi di Cuturi e Rosa Marina, la Foce del fiume Chidro, le dune di sabbia di Torre Colimena, la palude del Conte con le sue dune costiere ed anche la Salina dei Monaci contraddistinta da un ambiente salino caratterizzato da una grande biodiversità e casa più volte l’anno, dei bellissimi fenicotteri rosa. Luoghi di una natura lussureggiante da proteggere e godere tutto l’anno.