di ANNA MAZZOTTA –

“Il  cancro è una parola non una sentenza”. Volevo partire da questa citazione per soffermarmi su un argomento delicato: il male del secolo, ossia il tumore. Io non sono un medico, non sono una persona che ha tantissime conoscenze scientifiche sull’argomento, però ci tengo molto a parlare di questo tema. È evidente quanto questa malattia si sia diffusa negli ultimi anni e, ahimè, purtroppo, sottolineo purtroppo, tutti la conosciamo direttamente o indirettamente. Data la sua larga propagazione, il cancro non è più un tabù come lo era tantissimo tempo fa e, al contrario, adesso si cerca, attraverso i mezzi di informazione, di sensibilizzare ognuno di noi verso questa tematica.

Tante sono le associazioni che combattono per lenire gli effetti di questo male e numerosi sono i volontari che si adoperano per aiutare i malati e le persone che hanno bisogno di assistenza. Abbiamo, dunque, diverse realtà associative che operano sia a livello nazionale che a livello locale, come l’ Airc, Ail e Ant. A queste si aggiungono l’Andos, Cuore di donna, l’Associazione Conchiglia, ADV “Lorenzo Risolo” ed altre ancora che si occupano di malattie oncologiche. La presenza delle associazioni fa capire quanto il problema sia diventato comunitario.

Ma è sul mio gruppo, chiamato “Insieme contro il cancro”, nato a San Pancrazio Salentino, che voglio soffermarmi. Io sono una volontaria da circa un anno e la mia esperienza è davvero entusiasmante, considerando, inoltre, che quella della lotta contro il cancro è una battaglia che mi sta particolarmente a cuore. Principalmente, il gruppo si impegna sostenendo le varie associazioni oncologiche. Le nostre   mission sono tre: ricerca, prevenzione e formazione dei volontari.

Voglio sottolineare che il volontariato deve saper operare sia con il cuore ma anche con la testa, utilizzando, però, specifiche competenze. I nostri obiettivi convergono verso un unico fine: quello di rendere sempre più curabile il cancro. A questo proposito è fondamentale la prevenzione primaria, effettuando visite specialistiche mirate, come quelle senologiche offerte dai medici degli ospedali di Brindisi e di San Pietro Vernotico, il dottor Galiano e la dottoressa Capodieci, che danno la possibilità a giovani donne di eseguire screening senologici completamente gratuiti. Le stesse tipologie di visite vengono proposte anche dall’ Associazione Andos di Brindisi. Inoltre, la ricerca gioca un ruolo rilevante in questa battaglia, e per questo viene promossa con i banchetti della solidarietà che periodicamente ci viene richiesto dall’Airc di allestire nelle piazze del nostro paese. Un’ iniziativa che riscuote sempre tanto successo, con la partecipazione dei cittadini davvero encomiabile.   

Diversi sono, poi, gli eventi che organizziamo nel corso dell’anno per sensibilizzare i cittadini. Uno tra questi, di grande importanza, è la Festa Insieme, tenutasi lo scorso 9 settembre, organizzata per mettere in evidenza quanto sia necessario un lavoro di rete tra le associazioni per poter vincere la malattia.  Abbiamo, quindi, invitato, per l’occasione, a partecipare le associazioni oncologiche locali che così hanno avuto modo di conoscersi, confrontarsi  e presentare i loro progetti. Abbiamo allestito banchetti tematici e presentato libri, oltre a toccanti testimonianze, tutto alleggerito da esibizioni musicali. Il mese di ottobre è un periodo particolare perché è il mese rosa, dedicato alla prevenzione del tumore del seno. Grandi risultati di sensibilizzazione si sono avuti con la Camminata di fine ottobre, servita a far capire l’utilità dello sport, insieme a una corretta alimentazione, come strumento di prevenzione. Emozionante vedere camminare insieme, con tanto entusiasmo, donne operate al seno e donne sane. Alla fine del percorso, poi, non potevamo non terminare offrendo consulenze gratuite alle partecipanti.

Quello che noi facciamo è una piccola goccia nell’oceano, ma dal piccolo nascono le grandi cose. Il messaggio che vogliamo dare a tutti è che bisogna fare  tanta prevenzione e contribuire alla ricerca. Il  lavoro da fare deve essere un lavoro di comunità, non un lavoro singolo. Queste realtà associative non devono camminare da sole, ma devono far parte di un organismo comunitario. Solo così si può andare avanti verso obiettivi comuni, unendoci come un esercito con forti armi, perché il male non guarda in faccia nessuno, non fa distinzione di nessun tipo. Quindi combattiamolo insieme.