di CHIARA CHIEGO –
Seduti sulle panchine nelle piazze, o davanti al caminetto acceso, alcuni anziani ricordano ancora di come la “Torre Moline” – o de Molini -, si stagliasse proprio sul limitare della spiaggia, prima che la costruzione del porto turistico e peschereccio, facesse arretrare le acque di qualche metro.
Nel viaggio alla scoperta delle torri costiere del litorale tarantino, Torre Moline è sicuramente una delle più vissute. Da tradizione, la torre di avvistamento antisaracena è un tronco di cono a base quadrata, che ha sede nel centralissimo Piazzale Italia di Campomarino, frazione di Maruggio. L’etimologia del suo nome è presto spiegata: dalla roccia degli scogli che la circondavano venivano infatti realizzate le “moline”, le mole impiegate per la spremitura delle olive. Inglobata pienamente nel tessuto urbano, svetta come un monolite dorato di oltre dieci metri, fra case ed attività commerciali; contraddistinta nel tempo da molti lavori di riqualificazione – alcuni anche recenti -, ha vissuto tante e diverse vite. Costruita dopo il 1473, comunica ad est con Torre Borraco e ad ovest con la Torre dell’Ovo.
Il suo aspetto differisce leggermente dalle tipiche torri costiere: è priva di beccatelli, caditoie e decorazioni alla sommità, e non ha grandi scalinate che portano all’ingresso: se della prima differenza non possiamo essere sicuri perchè non conosciamo l’aspetto originario della struttura, della seconda sappiamo che le scale erano presenti fino al XIX secolo, per poi essere eliminate a favore di una scala interna. L’ingresso principale – oggi murato – si trovava al piano superiore, mentre la stanza dalla volta a botte situata al piano terra, era in origine una cisterna.
Anche il pavimento è realizzato con grandi lastre di pietra, e come in molte costruzioni simili, al suo interno si può osservare come gli imponenti e spessi muri riescano ad isolare dagli agenti atmosferici esterni, caldi o freddi che siano.
Al piano superiore è presente una stanza quadrata leggermente più piccola dalla quale in passato si accedeva al terrazzo. Alcune fotografie della prima metà del ‘900, ritraggono degli ambienti adiacenti alla torre, che in seguito sono stati distrutti per riportarla alla sua condizione originaria. L’interno è stato più volte rimaneggiato: è stato realizzato un piccolo bagno, e ancora ben visibili sono i segni di una cucina scavata nei blocchi di tufo, utilizzata dagli abitanti negli anni; la torre infatti, non è quasi mai stata abbandonata, cambiando spesso destinazione d’uso: da baluardo di avvistamento per i corsari saraceni con a capo il Commendadore dell’Ordine di Malta residente a Maruggio, a casa per le vacanze o per i militari della Guardia di Finanza di Manduria – e le loro famiglie – che fino al 1980 avevano lì una sede. Coloro che da bambini hanno vissuto fra quelle spesse mura in tufo, ancora raccontano di come erano soliti affrontare la calura estiva godendo del vento e della spettacolare vista dal terrazzo della costruzione.
Oggi la torre è presenza attiva sul territorio: per anni sede del centro estivo di informazioni turistiche del Comune di Maruggio e presidio degli ausiliari della Polizia Locale, negli anni ha accolto diverse associazioni del territorio e progetti culturali, catturando l’attenzione dei turisti e dei passanti con la sua imponenza e la sua storia.