di RITANNA ATTANASI –
“Il nostro futuro è speciale” dice Theo, nome d’arte e per gli amici, aggiungendo parte del suo cognome d’adozione, Carè, da Carella, lo stesso della voce femminile che lo accompagna nel nuovissimo singolo.
Rosa tra le spine, infatti, è fuori su tutte le piattaforme musicali già da tempo ma ora atterra anche su YouTube. Nel video, infatti, compaiono due giovani ragazzi: Theo e Barbara. La canzone è l’inizio del loro progetto musicale oltre che della loro amicizia. O forse il contrario. La giovane età fa sì che i sogni si mischino alle emozioni da non distinguere cosa inizi per primo. Una cosa è certa: “Io cercavo una persona che condividesse con me la musica, gli eventi”, come tende a precisare lo stesso Theo. “Un giorno ho scritto a Barbara perché sapevo fosse brava. Le ho chiesto subito: ti va di cantare con me? Lei non stava particolarmente bene ma mi ha detto di sì”. Così il testo della canzone Rosa tra le spine si arricchisce di ulteriori significati. Non sono solo le rime che compongono i fraseggi a fare di una canzone rap, una canzone più o meno riuscita, di un genere che se una consistente fetta della popolazione ama, un’altra guarda con sospetto, non riuscendo quasi a provare nulla nell’ascolto, ma sono anche le storie degli individui che scelgono di intraprendere questa strada.
Theo incontra il rap sin da bambino. Un amico di famiglia gli regala un ranocchio con su scritto 50Cent, uno dei più importanti rapper americani e del mondo. Una volta, mentre era in gita, seduto accanto ad un ragazzino, potevano avere una decina di anni, gli promise che un giorno sarebbe diventato un rapper. O forse inizia ancor prima l’incontro col rap: quando dalla Repubblica Democratica del Congo una giovane coppia di coniugi incuriositi della possibilità di adottare ed allargare così il loro nucleo familiare composto già da due figli decidono di portarlo a casa loro, a Francavilla Fontana. Così Theo ha una nuova storia da raccontare. La sua. Dà vita ad Afro Sud, un genere rap, tra africani cresciuti nel Sud Italia, ma anche un richiamo d’identità. Senza nulla togliere all’Italia. Anzi. “Io sono un rapper afro-italiano”, dice Theo.
I benefici della sua musica per il Sud in cui è cresciuto sono tutti da scoprire. Rosa tra le spine si apre con una veduta sul lungomare di Brindisi, ad esempio, per poi proseguire all’interno dell’Operà Lounge Bistrot in un’ambientazione tipicamente speakeasy ora di gran lunga ritornato di moda tra i ragazzi. Mentre nel videoclip Rap Afrosud si scorge il tabellone della stazione di Francavilla con su scritto Francavilla Fontana. “Non siamo più quelli di ieri, realizziamo i desideri”, canta nel ritornello la giovanissima Barbara Carella proiettata tutto d’un tratto su di una scena musicale a lei sconosciuta fino a poco tempo fa. “Il mio rapporto con la musica è questo, molto semplice: cantavo nel coro, e mi è sempre piaciuto”.
Nel suo portamento non ci sono eccessi di nessun tipo, a sottolineare che nello stare insieme hanno già rotto tutti gli schemi possibili e immaginabili. E ora tocca solo alla loro musica.