di CHIARA CHIEGO –
“Monte dell’Ovo” è il pittoresco nome della scogliera su cui si erge, a picco sul mare, l’antica Torre dell’Ovo. Guardiana solitaria contro le incursioni saracene, apparteneva all’antico feudo di Maruggio, ed è situata al confine fra questo paese e Torricella, nella provincia di Taranto.
Dall’aspetto tipico delle torri costiere a forma di tronco piramidale a base quadrata, è costruita con grandi blocchi di tufo chiaro, e le sue dimensioni sono simili a quelle di Torre Moline, con la quale comunica ad est, mentre ad ovest comunica con Torre Canneto nella marina di Lizzano. Se gli ambienti adiacenti alla struttura di Torre Moline sono stati eliminati, la loro presenza è invece ben visibile a Torre dell’Ovo: la struttura è stata infatti utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale come torre di avvistamento, e nei dintorni si possono ancora rintracciare delle piccole torrette.
Come per il sito in cui sorge Torre Colimena, anche il litorale su cui si erge Torre dell’Ovo è stato un punto strategico importantissimo per le antiche popolazioni greche e romane: il mare cristallino custodisce ancora gelosamente le tracce dell’attività peschereccia della pesca di tonni rossi. La zona era così propizia, che tale attività è stata svolta fino alla seconda metà del ‘900. Questa parte di mare oggi è amatissima dai subacquei che la scelgono per scoprire le vecchie ancore che servivano per zavorrare le barche, o leggere le consunte iscrizioni greche sui blocchi megalitici. Inoltre il fondale di questo specchio di mare, custodisce un luogo dall’aspetto fantastico: quando questo era ancora sabbioso, il rimaneggiamento dei sedimenti prodotto da alcuni microrganismi, ha creato delle strutture pietrificate, quasi dei “monoliti” il cui aspetto misterioso, ricorda quello di rami secchi che non vengono mossi dalla corrente. Per le sembianze vegetali, simili a piante e fili d’erba, la zona è definita “Foresta” o “Prateria” pietrificata. Infine sulla spiaggia, nelle vicinanze della Torre, è ancora possibile vedere tracce dell’antica pavimentazione romana – composta da mattoni rossicci disposti a spina di pesce – della tonnara che qui sorgeva.
Sia la scogliera che la torre da alcuni anni versano in uno stato incerto a causa dell’erosione delle coste e dell’abbandono; fortunatamente a partire dal 2021 qualcosa sembra essere cambiato: proprio negli ultimi giorni, il Comune di Maruggio ha concluso i lavori per la creazione della barriera di protezione del costone, e presto affiderà quelli di messa in sicurezza della torre stessa. Un’opera abbastanza complicata a causa della precarietà della zona. Il luogo al momento non è visitabile – se non da lontano -, ma speriamo che una volta conclusi i lavori in questione, la struttura possa ritornare al suo antico splendore, e a proteggere per molti secoli a venire, le tracce del suo ricco passato.