di REDAZIONE –
“Come ogni giorno per paura di perdere l’armonia del creato, un pastore sulla cinquantina, afflitto da cecità sin dall’età di dieci anni, esplora in maniera meticolosa il bosco in compagnia della sua ombra.” Così Giuseppe Gimmi, regista fasanese, spiega il tema del suo nuovo cortometraggio dal titolo “Al di là dell’ombra” che , come lui stesso precisa, “è un racconto intimo con sé stessi.” L’idea è quella di raccontare un tempo lento, con il ritmo incalzante della natura che fa muovere il protagonista in un itinerario preciso: la vita.
“Un modo semplice, ecologico e no-budget per raccontare una storia. – afferma Giuseppe Gimmi – L’obiettivo è di creare un concetto allineato alla fase di pre-produzione, analizzando quindi anche l’aspetto lavorativo oltre che produttivo (backstage). Condivisione, pazienza e rapporto con la natura sono alla base della scrittura e scelta di questo racconto. Apprezzo la volontà di inserire prodotti a chilometro zero, compreso il fabbisogno di scena (obbligato, specifico, generico) trucco e generi alimentari per la troupe. Inoltre, si intende organizzare una fase di ripresa che coincida con la luce dell’alba fino al tramonto, richiamando quindi un vero percorso che il nostro interprete analizza parallelamente alla vita. L’inventiva, alcune volte, sta nel raccontare l’annullamento dell’invenzione come in questa storia dove ho deciso di scrivere e vivere il racconto sulla mia pelle.”
“Fine, quasi spaventata – continua il regista – è la natura amica. Dalla parte della luce una realtà nell’oblio. Il precipitare di massa d’acqua coagula nella testa del nostro protagonista, quasi a creare un forte baccano. Dall’alto non è Dio, ma un elicottero che con il suono delle eliche prova a strattonare la quiete di alcuni pastori. L’estremità del labbro emette un fischio. In alto gli alberi sembrano toccarsi per mano. Il cinguettio è tonante. Il creato abbraccia il gracile corpo del pastore. Le note di un pianoforte vanno a passo d’uomo, si ode un cello. In un tempo lento, quasi serale, un’ombra accompagna l’anima del mandriano nel caseggiato.”
Una volta terminata la realizzazione del cortometraggio, c’è ora bisogno di sostenere le spese di diffusione del lavoro, ed è per questo che è stata la lanciata una campagna di crowdfunding, a cui è possibile donare sul link https://gofund.me/e8513e0c.
Giuseppe Gimmi (Fasano, 1997) Ha frequentato un corso di sceneggiatura con Nicola Ragone presso lo “SpazioTempo” di Bari, che gli ha permesso attraverso la scrittura di esternare e descrivere i suoi concetti. Successivamente ha scritto e diretto il suo primo cortometraggio Per le vie del Paradiso (2021) che riceve importanti riconoscimenti e dà il via a un’attività cinematografica d’autore. A luglio ha lavorato in qualità di “aiuto regia”, “assistente DOP” e “figurante” sul set di alcuni film e partecipato negli ultimi mesi ad un nuovo percorso di sceneggiatura e regia con Antonio Palumbo presso “Teatro Laboratorio Tiberio Fiorilli”. Ha conseguito delle masterclass tra cui: “Bif&st” regia e sceneggiatura con Roberto Faenza e Silvia Napolitano; “Corso intensivo di sceneggiatura” con Salvatore DeMola; “Registi fuori gli schemi” con Antonio Capuano; “Cinecampus Atelier” con Daria D’Antonio; “Dialoghi” con Paolo Sorrentino; “Scrivere con la luce” con Vittorio Storaro; “Django e gli altri” con Franco Nero; “Il cinema ritrovato” con Martin Scorsese.