di CHIARA CHIEGO –

Una donna bellissima, uno scaltro ma innamorato soldato e una tragedia consumata nel fuoco. Questi sono gli ingredienti principali della leggendaria storia di Kalimera e Tumulo, i due innamorati che ben prima di Romeo e Giulietta, videro il loro amore perire, divisi tra due fazioni in lotta fra loro. È una storia tipica del folklore tarantino, e come molte altre, unisce elementi veritieri e fantastici.

La leggenda narra che durante il III secolo a. C., quando Taranto si ribellò a Roma per allearsi con Pirro, re dell’Epiro, si svolse un assedio che mise la Città dei Due Mari in grave difficoltà. I romani non avevano nessuna intenzione di perdonare i tarantini, e questi, grandi guerrieri dal forte senso dell’onore, non volevano arrendersi. Tra gli abitanti della città vi era una giovane bellissima dal nome di Kalimera – una parola greca dal significato di Buongiorno – che soffriva la mancanza di libertà data dall’assedio, e ogni giorno saliva sulle alte mura per poter guardare il mare. Oltre alle onde e alle acque luminose però, da quella postazione poteva osservare anche il campo dei nemici romani. Tra questi vi era un giovane ed avvenente generale, noto col nome di Tumulo; Kalimera ne rimase subito affascinata e col tempo, anche il romano si accorse degli sguardi dardeggianti della bella tarantina, e se ne invaghì. I due innamorati cercavano di comunicare con i gesti, o con qualche messaggio portato da un fedele piccione viaggiatore, ma la voglia in incontrarsi e stringersi si faceva sempre più forte.
Una notte Kalimera si convinse ad aprire un ingresso laterale, per far entrare in città il suo amato, ma questi arrivò con un manipolo di soldati, pronto ad invadere Taranto. Si potrebbe pensare che le motivazioni del giovane romano fossero tutto tranne che sincere, ma sicuramente doveva provare dei forti sentimenti per la bella tarantina, visto quello che accadde di lì a poco. Ben presto i soldati tarantini scoprirono l’inganno e catturarono gli intrusi. Li torturarono e questi ammisero subito la colpevolezza di Kalimera, che venne presa e destinata a una cruenta morte: quella sul rogo.
Impotente di fronte alla pira, quando la sua amata iniziò ad essere circondata dal fuoco, Tumulo si divincolò e corse ad abbracciarla. Che fosse per il senso di colpa nell’aver cagionato tale fine a Kalimera, o che fosse davvero per l’amore che egli provava, il generale romano decise di morire anch’egli sul rogo, tra le fiamme del fuoco e della passione.
Non ci sono davvero prove che l’amore tra Kalimera e Tumulo sia mai avvenuto , ma l’episodio dell’assedio viene ancora tramandato in talune vecchie filastrocche che i bambini una volta usavano per giocare tra loro. Anche se il vento ha disperso le ceneri dei due amanti, non ne ha cancellato la memoria.