di RITANNA ATTANASI –

Fino al 10 marzo, presso la sede della Casaccia, è visitabile la mostra itinerante “Omaggio a Picasso” promossa dall’associazione Arteuropa di Avellino guidata dal maestro Enzo Angiuoni.

La prima tappa si è svolta a Gallipoli nell’Hotel Bellavista, a 450 metri dal Castello Angioino-Aragonese, e la seconda ad Ostuni nella settecentesca Chiesa di San Francesco di Paola. La terza tappa trova dimora nella galleria d’arte della Casaccia, così come si è riproposta al pubblico nella sua recente riapertura, anche per un legame che rimanda all’amicizia tra Angiuoni e Solferino padre. Infatti Angiuoni – come racconta lui stesso – era stato a Francavilla Fontana negli esordi della Casaccia, aveva conosciuto Ernesto Gennaro Solferino, frequentato delle sue lezioni di discipline pittoriche, negli anni della giovinezza in cui si è amici, allievi e maestri in auge quasi contemporaneamente, senza poter tracciare una linea esatta di demarcazione. Angiuoni ha saputo della sua dipartita solo dopo, a 20 anni di distanza che non si erano più rivisti. Un richiamo d’affetto che funge da occasione irripetibile per rappresentare le diverse fasi della produzione pittorica di Pablo Picasso. Dal periodo blu, al periodo rosa, con richiami anche all’arte tribale, e l’immancabile approdo al cubismo.

La pittrice grottagliese Pina Quaranta per il periodo blu ridipinge “I poveri in riva al mare”, inserendo però un elemento tutto contemporaneo e rifacente alla guerra che si sta consumando nella striscia di Gaza: un bambino con indosso una maglietta rossa. L’unica macchia di colore che si contraddistingue dal blu. L’artista francavillese Mariantonella Longo si concentra sul periodo rosa, per i suoi colori e l’atteggiamento tipicamente malinconico. Alle sfumature tribali di Picasso si rifà la giovanissima Alice Santoro. In molti si sono rifatti al Cubismo di Picasso, dallo stesso maestro Angiuoni agli artisti ospiti Mariateresa Di Nardo, Nadia Lodetti, Carlo Cottone, Rosalia Ferreri, Giuseppe Roma, Dario Rosolen, Rosa Spina, Luigi Casale, e le due colonne portanti della Casaccia Carlo Solferino e Sabrina Spina. Quest’ultima ha rivisitato direttamente l’opera planetaria di Picasso, la “Guernica”.