di ANTONIO RIPA –

Ottundono i rumori oltre le lastre

che libere concedono il passo

alla luce

che s’incarna

in queste stanze colme

di respiri

e di sospiri

confinati in ogni dove

confusi tra i fiori e le angoliere

tra i ritratti dei morti e dei vivi

tratti fuori da tutto.

Qui dove tutto è riflessione

tutto pentimento

tutto è un mulinare di pensieri

che come un fiume pazzo

sfociano con forza alla sorgente

e riprendono il corso

ossessivo

e ripetuto

in ogni salto

e in ogni sasso

e in ogni riva che rimane

a sola testimone

inerte.

Non c’è più traccia del vigore

dell’impulso irrefrenabile

alla ribellione

solo la sconfitta

rassegnata

strangola ogni grido

soffoca e regna

nella nebbia delle ragnatele

tra gli odori densi

che incrostano l’aria

e la fiamma finta dei lumini

elettrici.

È il silenzio che urla

e risuona

all’interno

in queste quattro mura

ingabbiato nel rancore

tiranno di questo regno estremo

che ha come unico ponte

il mio sguardo

tra le lastre

fuggevole

sul mondo.