Immagini tratte dal web –

di CHIARA CHIEGO –

Un puntino bianco in un vasto paesaggio brullo e arso dal sole. A cinquanta metri dal mare e vicino ad uno dei litorali più amati da turisti e residenti, si erge ancora Torre del Pizzo.
Costruita in località Pizzo nel Comune di Gallipoli, a guardia di acque cristalline e incontaminate, questa torre fu per molto tempo centro della discordia tra la città di Taviano e quella di Gallipoli. La sua costruzione si fa risalire alla prima metà del Cinquecento, e nel 1569 veniva riportata come “Punta di Gallipoli”.

Nel tempo il suo nome è cambiato, nelle antiche mappe era segnata come “torre del Cotriero o Catriero” (derivante probabilmente dal greco acroterion-estremità). Ma perché Taviano e Gallipoli hanno litigato per questa torre? La costruzione si trovava infatti più vicina all’abitato di Taviano che a quello di Gallipoli, e per questo la città chiese che le spese per la gestione e per i militari che si dovevano occupare del luogo, passasse interamente a Taviano. Ma i tavianesi non presero bene la richiesta e si appellarono, e
dopo qualche tempo i costi tornarono alla città di Gallipoli. In un documento pare che i gallipolini cercarono nuovamente di interrompere tali pagamenti in quanto la città si trovava in una posizione vantaggiosa rispetto alla torre, e non aveva bisogno di pagare i “cavallari” che si occupavano della torre, così come avveniva prima della costruzione dell’edificio.
Nel Seicento la torre fu poi adornata con alcuni pezzi di artiglieria sopravvissuti al naufragio di una nave sulle coste gallipoline. Non sappiamo con sicurezza come si sia conclusa la faccenda dei costi, quello che conosciamo è che il luogo fu utilizzato sino alla metà dell’800. Caduto in disuso, oggi è in concessione a privati e nel 2012 ha fatto da sfondo al videoclip della canzone “Non vivo più senza te” di Biagio Antonacci. Costituita da uno zoccolo scarpato di 12 metri, su questo si erge il corpo cilindrico a cui si
accede da una scala addossata che ha sostituito quella levatoia.
L’intonaco bianco di cui è stata ricoperta, nasconde i rifacimenti e i cambiamenti successivi, e la rende estremamente scenica tra il verde della macchia mediterranea e il rosso della terra salentina.